La Chiesa di San Michele, la più antica di Monza dopo il Duomo, ha visto l’incoronazione a re d’Italia di Corrado III, imperatore di Germania (1128). Contiene un grande affresco del XIII secolo, che ricopre un’intera parete laterale, raffigurante la celebrazione di una Messa cui assistono santi, personaggi storici e la stessa regina Teodolinda con manto e corona gigliata, la figlia Gundenberga (moglie di Rotari), il figlio Adaloaldo e il marito Agilulfo. L’opera è un lavoro del Frisi e del Ferrario, caratterizzata da buon disegno, espressione e grandiosità.
Villa Reale di Monza
La Villa Reale sorge all’interno del Parco di Monza, circondata da 40 ettari di giardini all’inglese e all’italiana realizzati dall’architetto Luigi Canonica. L’edificio in stile neoclassico fu costruito nel 1777 per desiderio dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, che volle così offrire al figlio Ferdinando d’Asburgo Lorena e a sua moglie Maria Beatrice Ricciarda d’Este una residenza estiva degna di essere paragonata alla reggia di Versailles. Nel suo interno si trovano gli Appartamenti Reali, la Cappella in stile corinzio, l’Anfiteatro sul modello antico, la Rotonda affrescata da Andrea Appiani, che narra visivamente la leggenda di Amore e Psiche, il Serrone, sede di museo e scuola d’arte.
Parco di Monza
Il Parco di Monza è esteso per oltre 700 ettari ed è il maggiore d’Europa tra quelli recintati da mura. Il suo disegno è stato modificato continuamente dai Reali ma i veri artefici dei cambiamenti sono stati i loro giardinieri e architetti, adibiti alla manutenzione del parco. E’ impossibile definire un suo stadio compiuto, visto che l’area è soggetta a dinamiche in continuo evolversi: perciò si parla di Sistema Vivente Parco. Nonostante le diversificazioni strutturali e l’incuria degli ultimi tempi, il parco è un paesaggio unico, una fusione di valori storici, culturali e ambientali intimamente legati, quasi un micromondo di Brianza ottocentesca: boschi, prati, cascine, ville il tutto attentamente progettato. Il piano iniziale risale all’imperatore Napoleone III di Beauharnais, che lo vuole sul modello dei parchi francesi (Versailles). Luigi Canonica è incaricato dei lavori e nel 1808 il parco di Monza già si configura come area cintata da mura di 14 Km e comprende campi, ville, strade e cascine (l’aspetto agricolo del tutto rimanda ad una diversificazione “politica” dai giardini francesi)Il Canonica individua tre aree corrispondenti ad altrettanti ambienti naturali: Zona Villa, a sud, mantenuta a giardino e campagna aperta, Zona Bosco Bello, occupata appunto a bosco e la zona presso il Lambro, con vegetazione riparia. Si apre la zona al pubblico, si allevano animali da caccia da liberare nei boschi, si creano aziende interne (Regi Vivai) operanti in proprio. Nel 1996 la Regione Lombardia ha avviato un programma di interventi volti a recuperare e valorizzare il parco e le sue strutture
Chiesa e Convento di Santa Maria delle Grazie
La Chiesa risale al XV secolo e sorge tra il fiume Lambro e la strada per Lecco, fuori dalle mura del borgo ma in un punto chiave per quanto riguardava i traffici del tempo. La posa della prima pietra avvenne nel 1463, sul luogo di una antica cappella dedicata alla Vergine (del 1131. I Frati Francescani vennero scacciati nel 1810 per decreto napoleonico e il Santuario fu ridotto a magazzino di foraggi, con il convento assegnato al Sovrano dell’Ordine di Malta. Nel 1930 la Chiesa è ceduta ai Frati Minori Lombardi e nel 1947, dopo il restauro, viene consacrata dall’Arcivescovo di Milano, Schuster. Di facciata tardogotica, con tre ingressi, ad aula unica. La navata interna è esito di pesanti restauri nel corso del tempo, anche a seguito dell’incendio del 1893 e della Seconda Guerra Mondiale. Un quadro dell’Annunciazione ad opera di ignoto coevo alla fondazione della Chiesa è oggetto di grande devozione, in quanto dono del Beato Damiano dei Conti di Padova, 1621.
Cappella di Umberto I
La Cappella di Umberto I fu commissionata dall’erede Vittorio Emanuele III all’architetto Giuseppe Sacconi pochi mesi dopo l’omicidio del re, avvenuto nel 1900, ad opera dell’anarchico Gaetano Bresci. L’opera fu conclusa dall’allievo dell’architetto, Guido Cirilli, dopo dieci anni. Il monumento ha la forma di una grande stele su una piattaforma, da cui si accede al tempio a pianta circolare, decorato con marmi policromi e mosaici, nel più puro stile bizantino. Il pavimento è ornato di marmi antichi, con colori rosseggianti per rimando al sangue versato, mentre il sarcofago è un dado centrale a quattro colonnine angolari. Alla cripta, in pianta cruciforme, si accede tramite due scale con archi in marmo colorato, sotto una volta a sfondo stellato. Le pareti sono ricoperte di corone votive in bronzo. Un cippo in marmo nero, con data 29 luglio 1900, segna il punto in cui cadde Umberto I.
Duomo di Monza
Il Duomo sorge nel nucleo storico di Monza, sulle antiche rovine dell’Oraculum edificato per volere della regina longobarda Teodolinda (595). A croce latina, con tre navate divise da colonne scolpite con immagini fantastiche, il Duomo contiene la famosa Cappella di Teodolinda, con affreschi degli Zavattari. Qui si conserva la Corona Ferrea, un gioiello facente parte del Tesoro del Museo Serpero del Duomo, posata sul capo di famosi imperatori (da Federico Barbarossa a Carlo V a Napolepone). Più volte rimaneggiato nel corso dei secoli (solo una torre rimane del periodo longobardo), nel 1300 viene completato con la facciata a capanna opera dell’architetto Matteo da Campione, autore anche del pulpito ora utilizzato come cantoria d’organo e del battistero (disperso). Il campanile viene eretto nel 1500 su progetto di Pellegrino Tibaldi. L’ultimo restauro è opera di Luca Beltrami (1890 ““ 1902). La facciata, elaboratissima, presenta tra le altre bellezze artistiche un rosone in marmo e vetro policromo, una lunetta sul portale con bassorilievi di Teodolinda e Agilulfo, finestre ovali, bifore e trifore, cornici con statue di santi.
Arengario di Monza
L’Arengario (dal germanico HARIHRINGS, circolo dell’esercito, con rimando al fatto che i membri dell’assemblea sedevano in circolo)è un palazzo municipale d’età gotica, risalente alla seconda metà del 1200. Sorge nel centro di Monza ed è il più importante monumento civile della città, simbolo della sua autonomia comunale. Di pianta rettangolare, al piano terra c’è il grande porticato in pietra di serizzo, utilizzato per il mercato pubblico, mentre il primo piano, in cotto, occupato da un vasto salone un tempo adibito alle adunanze, è ora spazio ideale per mostre, museo e pinacoteca. Il palazzo è fornito di una loggetta di marmo sulla facciata sud, la “parlera”, da cui venivano letti i decreti comunali. una torre campanaria in cotto, merlata e cuspidata, in stile romanico ““ gotico, affianca il lato nordest. L’Arengario è stato restaurato nel 1890 ad opera di Luca Beltrami, mentre la torre fu ricostruita nel 1903, anno in cui viene realizzata anche la scala a chiocciola interna.
Festa di San Gerardo
Anniversario della morte di San Gerardo. La sera prima viene posta la statua raffigurante San Gerardo inginocchiato sul suo mantello nel Lambro, in ricordo di un miracolo da lui operato. La fiera è caratterizzata dalla vendita delle ciliegie, la festa infatti è la sagra di questi frutti. Le ciliegie ricordano un altro miracolo del santo.
Fiera delle Grazie
La Fiera delle Grazie si svolge nelle vie adiacenti il Santuario della Madonna delle Grazie. Bancarelle espongono merci di diverso genere. Tipico il firun (collana di castagne) che tradizionalmente veniva donato alle ragazze come richiesta di matrimonio.
Sagra di San Giovanni
Festa del Santo Patrono della città, che consiste soprattutto nella grande fiera dei cavalli, tutt’oggi rievocata. Nella piazza grande si teneva il mercato del bestiame, fra cui c’erano gli agnellini, in onore del Santo spesso raffigurato con l’agnellino al collo. Durante la Messa solenne in Duomo avviene l’offerta dei ceri. Nelle due settimane precedenti il 24 giugno si può prendere parte alle numerose iniziative culturali, artistiche e sportive organizzate dalla città, tra cui lo spettacolo pirotecnico all’interno dei giardini della Villa Reale.
Lo Stemma di Monza
L’antico Stemma di Monza raffigura una Luna crescente di bronzo dorato con un semicerchio al mento su campo bianco. Bonincontro Morigia, secondo lo storico del Settecento Frisi, così illustra il significato simbolico dell’immagine: il campo bianco rimanda al Sole, nella figura del Papa, la Luna rimanda invece all’Imperatore. Questi due lumi, Sole e Luna, possiedono l’uno il giorno e l’altro la notte, allo stesso modo devono esserci al mondo due signori, l’uno che curi le cose spirituali, l’altro quelle temporali, cioè Papa e Imperatore, che manifestano così il loro potere in Monza.