Le lotte tra Milano e Francesco Sforza vedono Monza assediata due volte da quest’ultimo. La città si arrese al condottiero nel 1449. Sua moglie Bianca Maria Visconti, ben propensa al progresso artistico, assicura a Monza prosperità nonostante le guerre e la pestilenza. Gli Zavattari affrescano la serie pittorica dedicata a Teodolinda nella cappella del Duomo, Pellegrino Tibaldi progetta il Battistero e il campanile del Duomo. A Bianca Maria successero i signori Galeazzo Maria Sforza e Gian Galeazzo, sotto la reggenza di Bona di Savoia. Monza venne poi concessa come signoria personale a Ludovico Sforza, che la passò a Carlo I e poi da Francesco di Francia ad Arthur Goufier, fino alla dominazione spagnola.
Archivi per Luglio 2006
Festa delle cascine
Trentesima festa delle Cascine
“.Durante la manifestazione funzioneranno:
bar- ristorante- paninoteca- pizzeria- gelateria-pesca di beneficenza- serate danzanti
Da giovedì 13 luglio a domenica 23 luglio
presso oratorio San Francesco alle Cascine via Madonna delle Nevi- Biassono
Per info Associazione La Colletta 039.471756
Monza tra Torriani e Visconti
Durante le lotte intestine tra le due famiglie milanesi dei Torriani e Visconti (XIV secolo) Monza sceglie prima di appoggiare i secondi, poi, nel 1312, di diventare ghibellina. Nel 1322, durante gli scontri tra guelfi e ghibellini, Monza è occupata e saccheggiata, ripresa dai guelfi che ne fecero una base contro i Visconti, poi nuovamente alla mercè dei ghibellini nel 1324, dopo otto mesi di assedio. Vengono realizzate grandi opere di difesa, tra cui il castello e la biforcazione del fiume Lambro al centro della città. Galeazzo Visconti fa erigere la Torre Viscontea a scopi difensivi, in seguito tramutata in terribile prigione nota col nome di “forni” e destinata ad accoglierlo con tutta la famiglia, prima della liberazione del 1328. Arte e cultura però non vengono meno in tempi di lotte tra signorie: Matteo da Campione realizza la facciata del Duomo, sorgono le Chiese di Santa Maria in Strada, Santa Maria del Carrobiolo e San Maurizio.
A caccia di sport nel Parco
La UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) la Uisp Milano, in occasione del “Green Volley”and not only 2006″, vi invita a gettare uno sguardo sul Parco di Monza osservando le più svariate attività sportive che hanno luogo nel Parco, per cogliere ciò che noi chiamiamo lo SPORT PER TUTTI, ossia tutto ciò che sta dietro a quei movimenti che consentono di compiere il gesto sportivo.
Il concorso è rivolto a tutti gli appassionati di fotografia (non professionisti); la premiazione avverrà a dicembre 2006.
Visitando il sito wuispmilano.it è possibile trovare tutti i dettagli del concorso.
La Chiesa di San Gerardo
La Chiesa di San Gerardo è una costruzione piuttosto recente (1836), voluta dal vicerè Ranieri, che sorge sull’antico sito dove fin dal 925 si trovava una piccola chiesa dedicata prima a Sant’Ambrogio e poi a San Gerardo (1174). Occupata fino al 1786 da una scuola di disciplini, nel 1582 San Carlo la dichiara chiesa parrocchiale, svolgendovi l’anno successivo una messa solenne in seguito all’ufficializzazione del culto di San Gerardo voluta da Gregorio XIII. La costruzione del nuovo tempio fu effettuata in modo che almeno l’altare maggiore dell’antico edificio, che custodiva le spoglie di Gerardo, rimanesse integro e incorporato nella nuova struttura. La chiesa è a croce latina, su progetto dell’architetto Moraglia.
Monza sotto i Franchi
I Franchi portarono la città di Monza a ulteriori fasti, contribuendo grandemente al suo sviluppo e progresso. Berengario I cinse la corona imperiale nell’ 888. Sembra certo che fu proprio la Corona Ferrea ad essere posata sul suo capo per la prima volta, avviando una tradizione di incoronamenti che giunge sino al 1848 (Ferdinando d’Austria fu l’ultimo sovrano di una serie che comprende Federico Barbarossa, Carlo V e Napoleone). Berengario favorì la Chiesa con grandi concessioni, morendo nel 924. Monza è fornita di castello e di nuove chiese. Ottone III nel 995 dichiara la città sede imperiale, capo della Lombardia e del governo (“Est Sedes Italiae Regni Modoetia Magni”). Tale preferenza è alla causa delle future ostilità con la vicina Milano.
Monza sotto i Longobardi
L’arrivo dei Longobardi nel territorio di Monza (568) corrisponde ad un periodo di grande splendore. Autari, e soprattutto sua moglie, la regina Teodolinda, rendono Monza un centro politico, culturale e religioso di primaria importanza. Il secondo marito della regina, Agilulfo, viene da lei convertito al cristianesimo grazie all’influenza di Gregorio Magno. Teodolinda fece innalzare nel 595 la Basilica di San Giovanni Battista, ora Duomo, dove nel 603 avvenne il battesimo del figlio Adaloaldo e dove è conservata la sua cripta e altri preziosi tesori, tra cui la famosa Corona Ferrea. La regina dei Longobardi fu molto benvoluta dai monzesi e ricordata ancora oggi con devozione per la sua munificenza e bontà. Morì nel 625.
Origini di Monza
La città di Monza sorse nei suoi primitivi insediamenti abitativi lungo le rive del Lambro, abitate allora da stirpi celtiche romanizzate attorno al 50 a. C. durante le campagne di Cesare. Il nome, pur nel contrasto di varie teorie, dovrebbe essere la risultante dell’antica Modicia (Modoicum, Moedicia, Modoetia, Monscia) o Maguntia, da cui presto Munscia e Monza. Prima castrum e poi vicus romano, con abitanti dediti alla pastorizia e all’agricoltura, Monza fornisce reperti archeologici tali da poter affermare una sicura civiltà romana: ponti, acquedotti, strade e loro antiche denominazioni lo testimoniano (basti pensare all’antico Ponte di Arena in cotto e serizzo, lungo 70 metri e largo 4, ora sostituito da Ponte dei Leoni). L’avvento delle orde barbariche vede presto la cittadella divenire sede estiva di imperatori, l’ostrogota Teodorico tra i primi, che ne fece Palatium Magnum.
Record per il riciclaggio a Monza
Monza è una delle città migliori in Italia per il riciclaggio dei rifiuti, al punto che, se fosse già provincia a tutti gli effetti, sarebbe la prima in Italia (fonte Brianzanews).
Sorprendente ma fino a un certo punto: da un lato infatti non si può dire che i servizi funzionino male, l’isola ecologica è aperta anche la domenica mattina (cosa fondamentale) e il personale è ragionevolmente disponibile, da anni ormai il comune distribuisce opuscoli e materiale informativo vario per sensibilizzare i cittadini sull’esigenza del riciclaggio.
Peccato che a un simile grado di civiltà, indiscutibile, corrisponda anche la sensazione di una città sporca, sensazione che si ha passeggiando per le vie del centro, massagrate dalle bombolette di vernice di teppistelli di vario genere.
Molte campane per il vetro poi sono delle minidiscariche e ci sono strade (come via Bergamo nei suoi giorni peggiori) in cui si vedono televisori, poltrone e a volte anche divani lasciati per giorni nelle strade.
Alla luce del risultato ottenuto la sensazione è che la stragrande maggioranza dei cittadini sia sensibile ai problemi dell’ambiente e abbia voglia di vivere in una città pulita. Purtroppo però una piccola minoranza di delinquenti si diverte a imbrattare la città con le bombolette di vernice. Peccato.
Esperienze sulla fotografia e videoarte dal mondo arabo
L’appuntamento si inserisce all’interno del progetto OBBIETTIVO PARCO ““ QUATTRO FOTOGRAFI INTERNAZIONALI INTERPRETANO IL PARCO DI MONZA che prevede un anno di incontri, workshop e mostre per celebrare il duecentesimo anniversario del Parco di Monza.
Giovedì 16 luglio, alle ore 18.30, al Binario 7 di Monza (via Turati,8 ) si terrà la conferenza di Martina Corgnati dal titolo “Esperienze sulla fotografia e videoarte dal mondo arabo: Akram Zaatari come videoartista”.
L’incontro si inserisce all’interno del progetto OBBIETTIVO PARCO che, attraverso workshop e momenti espostivi, intende valorizzare il Parco di Monza che ha festeggiato, lo scorso 14 settembre, il suo duecentesimo compleanno.
L’iniziativa, promossa dal Comune di Monza (Assessorato alla Cultura e Assessorato al Parco e Villa Reale) e curata da Martina Corgnati, coinvolge, fino a primavera 2007, quattro importanti fotografi internazionali (Ron Nicolaysen, Pierrot Men, Gennady Ratushenko, e lo stesso Akram Zaatari) che terranno altrettanti workshop per scoprire e fotografare il parco secondo lo stile, le modalità e i soggetti che sono loro più congeniali; a questi, si affiancheranno dieci studenti selezionati, provenienti dalle accademie d’arte e dalle università italiane. Due posti per ogni workshop sono riservati agli studenti degli Istituti d’Arte di Monza.
Proprio in questi giorni (fino al 14 luglio) l’artista libanese Akram Zaatari (è nato e lavora a Beirut) sta tenendo il suo incontro-stage con gli studenti.
Fino al 1° ottobre ai giardini del Mirabello del Parco di Monza, si può ammirare un’anteprima del progetto, con l’esposizione delle immagini frutto del primo reportage e del workshop tenutosi in aprile: dieci scatti di Ron Nicolaysen, primo docente arrivato a Monza, affiancate da dieci fotografie degli studenti (Dario Brivio, Valentina Ciocchi, Francesco Colombo, Elisa De Rosa, Silvio Dello Joio, Francesco Giuffrida, Barbara Gurrieri, Barbara Loiacono, Stefano Spera, Davide Stucchi).
Per informazioni:
Ufficio Mostre, viale Brianza 2, 20052 Monza; tel. 039.322086; fax 039.361558 eventiespositivi@comune.monza.mi.it
La Pozzanghera-Micropaesaggio interattivo
L’opera ”La Pozzanghera-Micropaesaggio interattivo”, realizzata grazie alla volonta’ congiunta di tre differenti realta’ un’istituzione pubblica, un’azienda privata e un gruppo artistico (impegnate insieme nel progetto: l’Assessorato alla Cultura del Comune di Monza, Babygella – marchio del gruppo farmaceutico Rottapharm e il celebre gruppo di artisti Studio Azzurro), sara’ inaugurata il prossimo 20 ottobre all’Arengario di Monza.
L’opera interattiva, diverra’ itinerante e servira’ a far avvicinare all’arte bambini e famiglie. L’installazione si propone come opera sperimentale volta all’arricchimento delle attivita’ artistiche della citta’ attraverso il linguaggio tecnologico dei nuovi media, e rappresenta l’occasione per rivolgersi in maniera particolare al pubblico piu’ giovane, molto sensibile alle novita’ tecnologiche e all’interattivita’, caratteristica che consente di esplorare in modo divertente le potenzialita’ dell’opera stessa. Chi da bambino, almeno una volta, non ha disobbedito ai genitori compiendo l’irrinunciabile saltello dentro una pozzanghera? La somma delizia: attraversarla con la bicicletta una volta tornato il sole, spargendo acqua e fango tutt’intorno.
(fonte: ADNKRONOS)