ALLA VILLA REALE DI MONZA
DAL 1° APRILE AL 1° LUGLIO 2007
IN MOSTRA
IL MURALE DI MILWAUKEE di KEITH HARING
L’opera, lunga trenta metri e alta due e mezzo, fu realizzata dall’artista americano nel 1983, in occasione dell’apertura del Museo Haggerty di Milwaukee.
È la prima volta che il murale viene esposto fuori dagli Stati Uniti.
Il Serrone della Villa Reale di Monza riapre dopo accurati lavori di adeguamento tecnologico ospitando, dal 1° aprile al 1° luglio 2007, una delle più significative opere pubbliche di Keith Haring, il Murale di Milwaukee, che per la prima volta viene esposto fuori dagli Stati Uniti.
“Grazie a questa nuova condizione del Serrone, che lo equipara alle migliori sedi espositive, – sottolinea il Sindaco di Monza, Michele Faglia – abbiamo oggi la possibilità di ospitare uno dei lavori più emblematici dell’artista americano: il murale realizzato nel 1983 per l’inaugurazione dell’Haggerty Museum of Art di Milwaukee”.
L’iniziativa è organizzata dal Comune di Monza – Assessorato alla Cultura e da Alef – cultural project management, in collaborazione con il Patrick and Beatrice Haggerty Museum of Art, Marquette University, Milwaukee, e con il contributo della Provincia di Milano – Assessorato alla Cultura e della Direzione di Progetto Monza e Brianza, di A.G.A.M. (Ambiente, Gas, Acqua, Monza) e di Roche S.p.A.
“Il nostro progetto – afferma Annalisa Bemporad, Assessore alla Cultura del Comune di Monza – seguirà ora due strade principali: accogliere grandi mostre e stabilire accordi di collaborazione con importanti istituzioni culturali. La volontà di questa Amministrazione, per altro sempre dimostrata, è di ampliare gli orizzonti e di collegarci con istituzioni e musei italiani e stranieri in una logica di proficua apertura culturale. Da qui è nato il progetto Haring, da qui sono nate altre relazioni importanti con il Vitra Design Museum di Weil am Rhein e con la Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia”.
Nell’aprile del 1983 Keith Haring fu invitato dall’Università Marquette di Milwaukee a creare un gigantesco murale sul luogo in cui sarebbe sorto il nuovo museo Haggerty.
Haring accettò l’invito e non appena iniziati i lavori, una grande folla di curiosi si riunì attorno all’artista che stava dipingendo.
Il murale è costituito da 24 pannelli in legno e misura trenta metri di lunghezza e due e mezzo di altezza.
L’iconografia rappresentata sull’opera è esemplificativa del suo vocabolario d’immagini semplici, che celebrano la vita, divenendo un segno distintivo del suo approccio alla pittura.
Haring riteneva che bambini e cani fossero tra le immagini più amate e riconoscibili; e così che all’inizio della sua carriera scelse queste figure proprio come firma (tag), per rendere la sua arte facilmente identificabile in mezzo a quella di altri che come lui, avevano scelto la strada come luogo in cui esprimere la propria creatività.
“All’inizio la mia firma fu un animale – racconta Haring – che diventò sempre più simile a un cane. Poi cominciai a disegnare un bambino che andava a quattro zampe e più lo disegnavo e più è diventato The Baby”.
Il murale ha entrambe le pareti dipinte. Sulla prima è raffigurata una sequenza ininterrotta di bambini a quattro zampe, in alto, e di cani che abbaiano (barking dogs), in basso.
L’altra è più complessa e presenta una maggiore varietà di immagini. Il tema dominante sono le figure danzanti ispirate ai ballerini di breakdance.
A queste si affiancano altre icone della sua arte: il televisore con le ali, il cane, l’uomo con la testa di serpente, ….
Il centro del murale è occupato da un ballerino che al posto della testa ha un televisore con il numero 83 disegnato sul monitor.
Questo lato termina a destra con un’altra delle immagini simbolo di Haring: la faccia con tre occhi che fa la linguaccia.
L’iniziativa ha potuto contare sul supporto di Vivaticket, de l’Hotel de la Ville, di Scenaperta Monza e di Seiviaggi Monza.
Inoltre, per tutta la durata della mostra, Babygella allestisce uno spazio interamente dedicato ai piccoli visitatori e regala un mini kit che contiene 25 carte da gioco in formato maxi e matita. Su ogni carta – in progressione alfabetica – è riportato un sostantivo in lingua inglese, corrispondente a un’immagine presente sul Murale. Osservando il lavoro di Keith Haring, il piccolo artista in erba dovrà cercare e individuare la figura corrispondente nell’iconografia dell’artista e riprodurla sulla carta. Commenta Giovanna Forlanelli, direttore del progetto Insieme alla Scoperta dell’Arte che Babygella promuove dal 2004: “Mi piacerebbe che iniziative di questo genere accompagnassero sempre i bambini in visita con le loro famiglie ai musei. Spazi dedicati e strumenti pensati ad hoc sono indispensabili per far conoscere l’arte ai più piccoli attraverso linguaggi e attività a loro propri. Il percorso suggerito dal kit realizzato per questa mostra implica tre livelli di coinvolgimento – la lettura, la ricerca e l’espressione grafica – in cui l’aspetto ludico e quello didattico convivono in perfetta armonia”.
Il percorso espositivo, documentato nel catalogo Skira, è arricchito da fotografie, da un video che racconta le fasi della realizzazione e dai disegni fatti da Haring per l’occasione.
Cenni biografici:
Keith Haring, uno dei capi della corrente neo-pop, è stato tra gli artisti più rappresentativi della sua generazione. Figlio di Joan e Allen Haring e maggiore di quattro fratelli, nasce il 4 maggio 1958 a Kutztown, in Pennsylvania. Rivela il suo talento artistico già molto giovane e, dopo aver regolarmente frequentato le scuole superiori, entra alla Ivy School of Professional Art di Pittsburgh. Nel 1976, sull’onda della nuova contestazione giovanile e della cultura hippie, gira gli Stati Uniti in autostop, facendo tappa nelle varie città del paese allo scopo di osservare più da vicino i lavori degli artisti della scena americana. Tornato a Pittsburgh lo stesso anno, entra all’Università e tiene la sua prima importante esposizione al Pittsburgh Arts and Crafts Center.
Figlio della cultura di strada, parto felice della cosiddetta street art newyorkese, prima della sua consacrazione all’interno del mondo "ufficiale" dell’arte è stato inizialmente un emarginato. Nel 1978 entra alla School of Visual Arts di New York, diventando noto nei primi anni ’80 con i murales realizzati nelle metropolitane e, più tardi, con i lavori esposti qua e là, fra Club di vario genere e "vernissage" più o meno improvvisati.
Le novità proposte dall’artista americano sono esplosive e non mancano di attirare l’attenzione degli intenditori più smaliziati. Keith Haring trasmette e inventa un nuovo linguaggio urbano, costituito da sagome quasi infantili o primitive, caratterizzate da un continuo segno nero che si rifà palesemente al fumetto.
La sua prima vera mostra personale si tiene a Shafrazi nel 1982; gli anni successivi sono densi di successi con mostre in tutto il mondo. Nell’aprile del 1986 Keith Haring apre il Pop Shop, a New York. Ormai è un artista affermato, acclamato in tutto il mondo.
Nel 1988 gli viene diagnosticato l’Aids. Con un colpo a sorpresa annuncia lui stesso la sua triste condizione in un’intervista a "Rolling Stone", incrementando così la sua già grande popolarità.
Prima della sua morte fonda la Keith Haring Foundation, che si propone tutt’oggi di continuare la sua opera di supporto alle organizzazioni a favore dei bambini e della lotta all’AIDS.
Keith Haring è morto il 16 febbraio 1990, all’età di 32 anni.
Informazioni:
KEITH HARING: IL MURALE DI MILWAUKEE
Monza, Serrone della Villa Reale
1 aprile – 1 luglio 2007
Orari: da martedì a giovedì 10.00 – 13.00; 14.00 – 19.00. Sabato e domenica 10.00 – 20.00. Venerdì 10.00 13.00; 14.00 – 22.00. Lunedì chiuso.
Aperta a Pasqua, 25 aprile, 1 maggio. Chiusa Lunedì dell’Angelo.
Biglietti: € 5 intero; 3 ridotto;
Catalogo Skira
www.keithharingmonza.com
In occasione della settimana della cultura, venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 maggio, l’ingresso alla mostra costerà € 3.
Burraco dice
Immagino che non abbia niente a che vedere con il gioco di parole del mostro celeberrimo del posto in questione ma con la mostra 🙂
pieru dice
La mostra, la mostra 😀